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Stimolazione Cognitiva

Stimolazione Cognitiva

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🔴 NECESSARIO PER LA PROGETTAZIONE DELLA STIMOLAZIONE COGNITIVA È EFFETTUARE UNA PRELIMINARE VALUTAZIONE COGNITIVA. QUINDI SE NON ANCORA EFFETTUATA ACQUISTARE IL SERVIZIO DI VALUTAZIONE COGNITIVA.

La Stimolazione Cognitiva è rivolta a persone con una patologia neurodegenerativa di entità lieve-moderata.

L’intervento di stimolazione cognitiva rappresenta una delle terapie non farmacologiche maggiormente raccomandate per persone con una patologia neurodegenerativa di entità lieve-moderata.

Si tratta di un percorso in cui vengono somministrati esercizi per il rafforzamento di quelle abilità cognitive che ancora non sono state compromesse dalla malattia, nel tentativo di mantenerle il più a lungo possibile e, così, rallentare il processo patologico.

Inoltre, tale intervento mira al mantenimento dell’autonomia della persona (nei limiti dettati dalla malattia) e al suo permanere nell’ambiente domestico, ritardando il più possibile il momento dell’istituzionalizzazione.

L’obiettivo prioritario è quello di sostenere l’identità della persona e garantire il suo benessere psicologico.

Affinché l’intervento sia individualizzato e personalizzato, è fondamentale effettuare una preliminare valutazione del funzionamento cognitivo, per individuare i domini cognitivi su cui lavorare, per la scelta degli esercizi da proporre e per poter impostare il loro livello di difficoltà iniziale.

DIZIONARIO DELLO PSICOLOGO

  • Empatia: la capacità di percepire e comprendere le emozioni, i sentimenti e i pensieri dell’altro, riuscire a mettersi nei suoi panni, calarsi nella sua realtà e riconoscere i suoi vissuti come se fossero propri.
  • Caregiver familiare: la persona che si prende cura di un familiare anziano o con disabilità, che lo assiste nella sua gestione quotidiana, in quanto parzialmente o totalmente non autosufficiente, e che svolge un ruolo fondamentale nel garantire il suo benessere e una buona qualità di vita.
  • Malattia neurodegenerativa: una patologia neurologica caratterizzata dalla progressiva degenerazione e morte delle cellule neurali del sistema nervoso, che può determinare una sempre più consistente compromissione del funzionamento cognitivo, comportamentale, psicologico, motorio e/o vegetativo nel corso del tempo. Tra le malattie neurodegenerative più frequenti: alcune tipologie di demenza, la malattia di Parkinson, la Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), la malattia di Huntington, la Sclerosi Multipla.
  • Malattia acquisita non neurodegenerativa: una patologia neurologica che si sviluppa dopo la nascita, che colpisce il sistema nervoso e che determina deficit che dipendono dalla sede lesionale, ad esempio ictus, trauma cranico, tumore cerebrale, malattia infettiva del sistema nervoso, epilessia.
  • Invecchiamento fisiologico: l’invecchiamento sano e “normale”, l’insieme dei processi naturali di cambiamento che si verificano nell’organismo con il trascorrere del tempo (cambiamenti fisici, sensoriali, cognitivi, motori ecc.).
  • Istituzionalizzazione: l’ingresso a lungo termine di una persona non autosufficiente in una struttura residenziale, determinato dall’impossibilità nel fornire un’assistenza continuativa ed adeguata a domicilio.
  • Funzionamento cognitivo, domini cognitivi, abilità cognitive: le funzioni cognitive riguardano quei processi mentali che consentono alla persona di elaborare, memorizzare, recuperare le informazioni provenienti dall’ambiente interno ed esterno e di utilizzare tali informazioni per l’esecuzione di compiti o attività. Le abilità cognitive possono essere distinte in diversi domini cognitivi principali: attenzione, memoria, linguaggio, percezione, abilità visuo-spaziali, abilità prassiche, funzioni esecutive.
  • Deficit cognitivo: la compromissione di una o più funzioni cognitive, che si traducono in prestazioni al di sotto della norma statistica ai test neuropsicologici e che possono compromettere in maniera significativa lo svolgimento delle attività quotidiane. Si tratta di disturbi temporanei o permanenti che possono essere conseguenti ad una vasta gamma di condizioni e fattori, ad esempio malattie congenite, malattie neurologiche acquisite (neurodegenerative e non), disturbi psichiatrici, malattie sistemiche, uso di sostanze, eventi di vita stressanti, esposizione a sostanze tossiche.
  • Benessere psicologico: secondo quando definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, il benessere psicologico rappresenta “quello stato nel quale l’individuo è in grado di sfruttare le sue capacità cognitive o emozionali per rispondere alle esigenze quotidiane della vita di ogni giorno, stabilire relazioni soddisfacenti e mature con gli altri, adattandosi costruttivamente alle condizioni esterne e ai conflitti interni”.
  • Psicoeducazione: un intervento psicologico che mira a fornire alle persone adeguate informazioni e conoscenze rispetto a specifici problemi o condizioni cliniche, al fine di favorire una maggior comprensione di questi e l’apprendimento di strategie efficaci di gestione e di adattamento alla condizione specifica.
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